Breve storia
Gli inizi dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini furono a dir poco turbolenti. All'inizio del 1525, fra Matteo da Bascio abbandonò senza l'autorizzazione dei suoi superiori il Convento dei Minori Osservanti in cui abitava. Non avendo ottenuto l'auspicata attenzione per le sue convinzioni all'interno della sua comunità, si rivolse direttamente al papa per chiedergli il permesso di vivere radicalmente l'esempio di san Francesco d'Assisi, dedicandosi ai bisognosi e predicando alla gente con parole semplici. I suoi superiori reagirono con durezza e lo fecero arrestare. Tuttavia, la duchessa Caterina Cybo di Camerino prese a cuore le disavventure del suo conterraneo, che aveva imparato ad apprezzare in precedenza per il suo coraggioso impegno a favore degli appestati. Grazie alla sua intercessione presso lo zio, il papa Clemente VII, fra Matteo venne liberato.
Nell'autunno dello stesso anno, si unirono a lui altri due Osservanti: Ludovico e Raffaele Tenaglia da Fossombrone. Una volta ancora, temendo una nuova frammentazione dell'Ordine, i loro superiori intervennero con la forza contro i tre fuggiaschi: il Provinciale, Giovanni da Fano, tentò di farli incarcerare manu militari. Ma i tre si nascosero nelle montagne, presso gli Eremiti Camaldolensi, e si travestirono con i loro abiti bianchi. A causa di ciò, nella primavera del 1526 vennero scomunicati.
La duchessa Caterina Cybo ottenne però per loro l'appoggio del vescovo di Camerino, che li prese sotto la sua protezione e li autorizzò a svolgere la loro attività di predicatori itineranti. Matteo, Ludovico e Raffaele poterono alloggiare in un eremitaggio nei pressi della cittadina. Nel 1527 esplose un'altra epidemia di peste nel Ducato di Camerino. Grazie al fruttuoso lavoro tra malati e moribondi, Caterina potè intervenire di nuovo presso il papa, che nel maggio dello stesso anno riconobbe di fatto la legittimità della riforma cappuccina con la bolla "Religionis zelus". Egli concesse a fra Matteo e compagni di portare un abito color castagno con un cappuccio appuntito, quale segno dell'imitazione radicale di san Francesco. Essi potevano inoltre predicare nell'itineranza, eleggere propri superiori e risiedere in luoghi loro riservati. Fu a causa della forma del cappuccio che ricevettero il soprannome popolare di "cappuccini".
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